giovedì 28 agosto 2014

Il giardino


Ultimamente ho iniziato ad immaginare la mia vita sociale come una grande distesa verde e le persone che mi circondano come piante. Un giardino, confinante con un grande e fitto bosco pieno di alberi dalle forme e dalle dimensioni più disparate. Non mi sono mai voluto addentrare in quel bosco, preferisco starmene nel mio giardino, dalle poche piante è vero, ma le conosco tutte, una ad una e molto bene. Qua e là ne sono cresciute di vari tipi, quelle sempre verdi che non hanno bisogno di particolari attenzioni, stanno lì e, anche se dovessi trascurarle per qualche mese, rimarrebbero tali e quali ; quelle stagionali che non fanno in tempo a lasciare il segno e quelle dai fiori coloratissimi ed eleganti, che sono ammirate ed ambite dai più, che hanno bisogno di cure particolari e continue, ma ti appagano dello sforzo e ti rilassano alla sola vista. Poi ci sono quelle grasse, un po' spinosette ma comunque simpatiche. E ancora quelle che sono diventate quasi degli alberi, affondando le loro radici in profondità, e che rappresentano i pilastri del nostro giardino. Guai a chi li tocca! Sul prato possiamo trovare anche quelle piccole e storpie, che non hanno un particolare significato. Stanno lì e riempono, a modo loro, il giardino. Non sappiamo perché ci sono ma non vogliamo nemmeno sbarazzarcene, in fondo che ci hanno fatto di male per meritare un'estirpazione? Poi le piante aromatiche, dalle fragranze intriganti e rilassanti. Come poterne fare a meno?Allietano la nostra giornata! Infine i rovi. Quelli si trovano ai margini della distesa, tra il nostro giardino e la fitta inutile boscaglia. Sembrano piante qualsiasi, a volte ti ammaliano e ti attirano con i loro piccoli fiori stagionali. Una volta avvicinati sanno come tirare fuori le spine e, il più delle volte, rischiamo di rimanere imprigionati in quella gabbia di rovi graffianti. Più ci divincoliamo e più le loro spine incidono la nostra pelle. L'unico modo per liberarsene è tagliare la pianta, definitivamente, una volta per tutte. Un taglio netto che va dato senza esitazioni perché i rovi potrebbero approfittare di ogni nostra indecisione.
Ero la figura opposta a quella di un botanico. L'incapace a coltivare anche un arbusto selvatico. Il mio giardino era pieno e fitto d'erbaccia di cui ignoravo l'appartenenza. Ero inorridito alla vista di quella incustodita boscaglia selvatica. Deciso a porre rimedio, ho impugnato un bel machete e rimesso tutto a nuovo. Ora posso godermi il panorama, appagato dalle mie poche ma bellissime creature. Fate come me, scoprite il vostro pollice verde o, prima o poi, sarà il giardino a costringervi a ripulirlo una volta per tutte. E sarà un bagno di sangue o, forse, solo di linfa.

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